Motore ibrido Saim, connubi italo-nipponici

Forte di una collaborazione con il gruppo Kubota avviatasi nel 1991, Saim Industrial ha deciso di entrare nel settore della propulsione elettrificata e di sfruttare Eima 2024 quale palcoscenico privilegiato per il lancio della sua prima unità ibrida. Va precisato che il gruppo Saim fu fondato nel 1951 con l’obiettivo di fornire all’industria, e in particolare a quelle automobilistica e nautica, componentistica di alta qualità. A livello motoristico diede poi vita alla divisione Saim Industrial, specializzata nella vendita e nella configurazione di motori destinati alle più svariate applicazioni che nel 1991 diventò distributore esclusivo per l’Italia dei motori Kubota. Da qui la scelta di usare proprio un motore Kubota serie “D1105-K” per allestire la prima unità ibrida Saim Industrial, gruppo integrato e di tipo plug-in sviluppato per far fronte a esigenze operative delle macchine agricole e industriali compatte.

La base meccanica del sistema è rappresentata da un tre cilindri di mille e 123 centimetri cubi ad aspirazione naturale e alimentato per via indiretta erogante circa 25 cavalli a tre mila giri/minuto, un motore omologato in stage V senza dover ricorrere a sistemi di post trattamento dei gas di scarico e gestito da una centralina elettronica fornita già montata sul motore e cablata, cosa che velocizza e semplifica le installazioni a bordo veicolo. A tale gruppo si abbina poi un motore elettrico operante a 48 volt da quasi 13 chilowatt di potenza, circa 17 cavalli e mezzo, calettato sull’uscita dell’albero motore, lato volano, e interfacciato con il gruppo termico mediante una frizione. Ne deriva un sistema in grado di operare solo per via termica, solo per via elettrica o in maniera integrata, funzionalità quest’ultima che dà luogo a una potenza massima di circa 42 cavalli sempre gestita dalla centralina del motore termico, ma operante sulla base di un software proprietario di Saim Industrial. Il programma, messo a punto in collaborazione con un pool di specialisti del controllo elettronico e digitale, ha permesso di abbinare alle tre funzionalità sopra citate anche una quarta modalità operativa che vede la parte elettrica trasformata in un sistema di generazione dell’energia atto ad allungare le autonomie operative delle batterie di bordo, sistemi che possono essere forniti da Saim Industrial o acquistati sul mercato dai committenti così da lasciare a questi ultimi la massima libertà in termini di allestimento dei rispettivi prodotti.

Pacato di natura

Il nuovo gruppo ibrido Saim Industrial punta a soddisfare le esigenze propulsive delle macchine agricole e industriali medio-piccole, in particolare quelle destinate a operare in ambienti sensibili alle emissioni e al rumore. Guarda in tale direzione la scelta di un diesel alimentato per via indiretta, soluzione già in origine caratterizzata da basse emissioni sonore e che Kubota approcciò mettendo a punto una speciale precamera brevettata denominata “E-Tvcs” sulla quale opera un sistema di iniezione multistadio e pilotato elettronicamente di tipo common rail. Ne deriva un sistema ribattezzato “Tvcr” che oltre a permettere il superamento degli standard di emissione stage v senza dover ricorrere a egr o post trattamenti dei gas di scarico minimizza anche i consumi fino a un cinque/sei per cento circa rispetto a un diesel tradizionale di pari caratteristiche e potenza.

Titolo: Motore ibrido Saim, connubi italo-nipponici

Autore: Redazione

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